“CardioDiabete”
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16 Giugno 2021Cosa è il cardiometabolismo? Il rischio cardiovascolare può essere collegato a quello metabolico, cioè può evolversi in complicanze metaboliche, in particolare in diabete mellito di tipo 2, come abbiamo già detto nel precedente articolo (“CardioDiabete“). Costituisce, inoltre, una situazione un po’ più grave rispetto alla dislipidemia. Per dislipidemia, lo ripeto, si intende il livello di colesterolo trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (C-LDL).
1980-2000, il ventennio poco letale
Prima di affrontare il discorso del cardiometabolismo, vorrei parlarvi di uno studio americano, secondo il quale il 1980-2000 è stato un ventennio in cui vi è stata una riduzione della mortalità per malattie coronariche. Tutto ciò è stato possibile grazie a due fattori:
- in primis, nel corso degli anni, è diminuita la prevalenza di alcuni fattori di rischio cardiovascolare come il fumo, l‘ipercolesterolemia, l’ipertensione arteriosa
- in secundi, una rivoluzione dello scenario terapeutico della patologia coronarica conclamata (bypass a-c, angioplastica e stent coronarici, terapia farmacologica con Aceinibitori e statine).
Però…
Però, purtroppo c’è un però; a tali risultati favorevoli bisogna aggiungere due eccezioni, che, se sottovalutate, potrebbero essere pericolose per la salute.
- Prima eccezione: l’incremento dell’indice di massa corporea (BMI)
- Seconda eccezione: l’incremento del diabete mellito.
Cardiometabolismo: cosa succede in America
Gli USA spendono tanto per le spese sanitarie, più di ogni altra Nazione, ma i risultati, per quanto riguarda la salute pubblica, sono inadeguati: della serie, la spesa non vale l’impresa.
Cardiometabolismo: fattori di rischio e la sindrome metabolica
Tra i principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari vanno ricordati l’ipercolesterolemia, l’ipertensione, il fumo e il diabete mellito di tipo 2; secondo alcune ricerche, inoltre, il fatto che alcuni di questi fattori possano verificarsi contemporaneamente ha fatto sì che il rischio cardiovascolare aumentasse in maniera vertiginosa. La compresenza di più fattori porta alla c.d. sindrome metabolica, resistente all’insulina. Viene liberata una grande quantità di acidi grassi nel sangue, che altera il metabolismo nel tessuto adiposo. Ciò causa una serie di anomalie a livello lipidico.
Cardiometabolismo: obesità e sovrappeso
Oggi, l’adiposità a livello addominale non viene più considerata solo a livello estetico, ma anche come uno dei fattori di rischio cardiovascolare, causa anche del cardiometabolismo. Non facciamo di tutt’erba un fascio; in altre parole, se il tessuto adiposo in eccesso si concentra attorno ai visceri addominali, allora dovrebbe scattare il campanellino d’allarme. Considerate il pericolo in cui state per incorrere.
Cardiometabolismo: studio IDEA
Lo studio International Day for the Evaluation of Abdominal obesity (IDEA), valutata la prevalenza dell’obesità addominale su circa 170.000 persone in 63 Paesi, conferma che un girovita molto “allargato” incide sul manifestarsi di patologie cardiovascolari e diabete e non è dipendente dai valori dell’indice di massa corporea (BMI) o dall’età. Il rischio del cardiometabolismo viene definito, quindi, non solo in base ai parametri di peso e statura, ma anche in base alla circonferenza addominale (maggiore di 102 cm per l’uomo e maggiore di 88 cm per la donna). Del tessuto adiposo ne abbiamo già parlato tanto quando abbiamo affrontato l’iperuricemia e la gotta.
Cardiometabolismo: il Framingham Offspring Study
Per quanto riguarda il cardiometabolismo, sono stati condotti altri studi su soggetti obesi o in sovrappeso. Prendiamone in considerazione alcuni. I dati ottenuti da studio Framingham Offspring Study mostrano che il peso cambia in modo significativo in base alla somma di alcuni fattori di rischio cardiovascolare: una riduzione di 2,25 kg riduce la somma del rischio del 48% negli uomini e del 40% nelle donne. Negli obesi affetti dal diabete di tipo 2, ridurre il peso determina un miglioramento per la sensibilità all’insulina, per il controllo glicemico e il ricorso ai farmaci ipoglicemizzanti.
Cardiometabolismo: il Finnish Diabetes Prevention Study e l’Utited States Diabetes Prevention Program Research Study
Dati ottenuti, invece, dal Finnish Diabetes Prevention Study e dall’United States Diabetes Prevention Program Research Study dimostrano che, in soggetti obesi e sovrappeso, riducendo l’introito energetico e incrementando l’attività motoria, si riduce:
- del 6% il peso corporeo
- del 58% l’incidenza di diabete rispetto al placebo.
Con l’attività fisica, inoltre, si riduce il rischio cardiovascolare allo stesso modo in cui si riduce se si smette di fumare. Negli anni ’20, i medici e fisiologi August Krogh e Archibald Hill hanno condotto un lavoro sull’attività fisica dei lavoratori addetti al trasporto di Londra ed è stato dimostrato che si erano ridotti i livelli di malattia coronarica e di morte da attacchi cardiaci tra gli autisti fisicamente attivi rispetto agli autisti più sedentari.
Cardiometabolismo: Women’s Health Study
I dati di un altro studio, il Women’s Health Study, hanno messo in evidenza che modificare in modo sano il proprio stile di vita, con una buona attività fisica, comporta un’alterazioni dei biomarker infiammatori/emostatici. È emerso, infatti, che l’attività fisica regolare ha un effetto antinfiammatorio, perché vi è una riduzione della proteina C reattiva e della proteina ICAM (potrebbero modificarsi anche altri meccanismi, quali le adipochine proaterogene, la sensibilità insulinica e la funzione emostatica e antiossidante dell’endotelio coronarico).
Cardiometabolismo: suggerimenti
Tutto quello che è emerso da tali studi suggerisce la necessità di interventi terapeutici con lo scopo di ridurre il rischio cardiovascolare globale del paziente. L’obiettivo principale è quello di smettere di fumare e di correggere l’obesità e il sovrappeso, in modo da raggiungere una riduzione modesta (5 – 10 %) del peso corporeo iniziale e dell’introito calorico totale, soprattutto dei grassi saturi, del colesterolo, del sodio e degli zuccheri semplici.
Cardiometabolismo: attività fisica ed esercizio fisico
L’attività fisica è uno dei più importanti fattori della salute pubblica. Per “attività fisica” si intende qualsiasi movimento corporeo conseguente alla contrazione dei muscoli scheletrici che produce il dispendio energetico sopra il livello basale. “L’esercizio fisico”, invece, altro non è che un’attività fisica continuativa e strutturata, che pone come obiettivo il miglioramento dell’efficienza fisica.
Cardiometabolismo: attività fisica e obesità
È risaputo che i soggetti fisicamente attivi, nonostante ci si trovi di fronte a una condizione di obesità con relativo aumento della circonferenza addominale, siano “meno in pericolo” rispetto a quei soggetti, obesi o in sovrappeso, che preferiscono condurre uno stile di vita sedentario. Per questi ultimi soggetti, esistono strategie di intervento, per modificare la propria vita “da poltroni”.
Cardiometabolismo: cosa è cambiato? Ieri vs oggi
Ripercorrendo un po’ le tappe della storia dell’uomo, possiamo constatare quante cose siano cambiate durante il corso degli anni. I nostri antenati, per esempio, erano cacciatori e raccoglitori, dovevano percorrere lunghe distanze per procurarsi quel poco di cibo presente e, molte volte, lo facevano frettolosamente per paura dei predatori. Oggi, invece, troviamo cibo ovunque, conduciamo una vita poco movimentata, ci serviamo degli ascensori o delle scale mobili, usiamo l’automobile, ci rilassiamo sul divano guardando la televisione, surfando su internet, giocando ai videogiochi. In poche parole, facciamo di tutto per stancarci, fisicamente, il meno possibile.
Cardiometabolismo: non solo attività fisica
È vero che una buona attività fisica ci permette di condurre uno stile di vita decente, ma è pur vero che deve essere anche associata a una buona alimentazione. Non si può andare a correre e poi mangiare un kg di frittura: è controproducente! Per questo, si consiglia una dieta mediterranea, che prende il nome dagli alimenti consumati tradizionalmente nei Paese del Mediterraneo, che presta particolare attenzione alle materie prime e alla preparazione dei cibi. È una dieta fondata sul rispetto del territorio e sulla biodiversità.
Cardiometabolismo: cosa prevede la dieta mediterranea?
Cosa prevede una dieta mediterranea?
- Consumare frutta (5 volte al giorno), verdura fresca, cereali integrali quotidianamente
- Prediligere il consumo del pesce e dei legumi, come fonte proteica, a quello della carne
- Consumare, in modo moderato, prodotti caseari
- Utilizzare aromi, spezie e frutta secca (30 g al giorno)
- Condire utilizzando olio d’oliva
- Preferire acqua oligominerale
- È possibile bere, meraviglia delle meraviglie, MODERATE quantità di vino rosso. Perché? Il vino rosso apporta considerevoli quantità di polifenoli e di epicatechine, molecole con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antiaterogene, che rallentano la formazione delle placche aterosclerotiche.
Cardiometabolismo: perché proprio la dieta mediterranea?
La dieta mediterranea protegge il nostro organismo, in particolare dal diabete, tumori, patologie neurodegenerative e, soprattutto, dalle malattie cardiovascolari. Per questo motivo, nel 2010, la dieta mediterranea è entrata a far parte nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’UNESCO condivisa da Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Cipro, Croazia e Marocco.
Cardiometabolismo: conclusioni
Ricapitolando: condurre una vita sedentaria costituisce un fattore di rischio per una malattia cardiovascolare. Preferite uno stile di vita più attivo, dal punto di vista fisico, già dall’età scolare, che apporta benefici alla nostra salute. L’attività fisica deve essere praticata per 30-60 minuti da 4 a 6 volte alla settimana o per 30 minuti per la maggior parte dei giorni della settimana. Associare una buona attività fisica a una dieta mediterranea. I genitori dovrebbero farsi carico del benessere dei figli scegliendo cibi di alta qualità nutrizionale, riducendo il tempo davanti alla televisione. Mi raccomando: mangiare tutto ma nelle giuste percentuali e introdurre fibre, minerali e vitamine, importanti per l’equilibrio dell’organismo. Ultima cosa: mettete un like alla mia pagina facebook cliccando qui https://www.facebook.com/dottoressaciccarone.it Grazie. A presto.