Quali sono i cibi del cuore? (Parte Seconda)
2 Settembre 2021Fibrillazione atriale
19 Ottobre 2021Oggi vorrei parlarvi di una questione a me molto cara. Qualche tempo fa, mi è capitato di avere a che fare con una bambina, di 10 mesi. Il suo medico curante, auscultandole il cuore, aveva percepito un soffio. Consiglio dato: rivolgersi a un cardiologo. I genitori erano spaventati tanto quanto basta e volevano sapere ciò che stava accadendo alla figlia. Le ho auscultato il cuore e il soffio era “reale”. Qual era la causa? Il dotto di Botallo non si era chiuso.
Cos’è il dotto di Botallo?
Il dotto di Botallo è una connessione fetale, arteriosa, tra l’aorta e l’arteria polmonare. A che serve questa connessione? Il dotto di Botallo permette che l’ossigeno arrivi in modo corretto al feto e DOVREBBE chiudersi entro 3 giorni dalla nascita. La bambina in questione, ripeto, a 10 mesi, aveva ancora il dotto di Botallo aperto.
Che succede se non si chiude il tempo?
Quando il dotto di Botallo non si chiude, si parla di dotto arterioso pervio. Nonostante ciò accada nei bambini nati prima del termine, i c.d. extreme preterm, e che pesano poco alla nascita, la bambina non era né prematura e né era nata sottopeso. Anzi, il dottore, in tono ironico, la chiamava “scheletro“, perché mangiava e mangiava e mangiava.
Il dotto di Botallo e la circolazione del sangue
Il feto non respira grazie ai polmoni ma grazie alla placenta materna, dalla quale riceve anche i principali nutrienti. Il sangue ossigenato e pulito raggiunge il feto attraverso il cordone ombelicale, tramite la vena ombelicale; poi transita nel fegato e, attraverso il dotto venoso di Aranzio, raggiunge la vena cava inferiore, dove si mischia con il sangue venoso e sporco. Il sangue, diventato ormai artero-venoso e misto, raggiunge il cuore destro e, attraverso il forame ovale pervio, entra nel cuore sinistro. Grazie all’aorta, raggiunge gli organi periferici: li ossigena e li nutre. Il sangue che non riesce a passare dal forame, scenderà dall’atrio destro nel ventricolo destro per essere spinto nell’arteria polmonare. Qui, gran parte del sangue misto verrà dirottato, tramite il dotto arterioso di Botallo, direttamente nell’aorta e raggiungerà gli organi periferici.
Il dotto di Botallo alla nascita
Alla nascita, il feto si separa dalla placenta e circolazione viene un attimo riorganizzata, perché il neonato è ormai capace di procurarsi ossigeno da solo, mediante la respirazione, e non più attraverso la placenta. Nasce. Piange. I polmoni si espandono. C’è uno scambio di ossigeno e anidride carbonica. A questo punto, il dotto di Botallo dovrebbe chiudersi. Il sangue raggiunge il ventricolo destro, arriva nei polmoni e li ossigena; torna al cuore sinistro e raggiunge gli organi periferici.
Il dotto di Botallo pervio
In alcune condizioni il dotto arterioso di Botallo rimane pervio, cioè non si chiude, causando un scompenso tra circolazione sinistra, o sistemica, e circolazione destra, o polmonare (il passaggio di sangue dalla circolazione sinistra alla circolazione destra viene definito shunt). In poche parole, il dotto arterioso di Botallo è come un piccolo tubicino che mette in connessione due sistemi con pressioni diverse: la pressione della circolazione sistemica è più elevata rispetto a quella della circolazione polmonare. Attraverso il dotto di Botallo, il sangue fluirà da una pressione più alta a una più bassa. Da sinistra verso destra. Il sangue ossigenato tornerà ai polmoni. Verrà sottratto sangue pulito alla circolazione sistemica. A lungo andare, ci potrebbe essere un minor apporto di ossigeno agli organi periferici e una maggiore quantità di sangue raggiungerà i polmoni. Un maggior apporto di liquidi provocherà un iperafflusso polmonare che potrebbe sfociare in edema polmonare.
Se il dotto di Botallo è piccolo ed è pervio: sintomatologia
I bambini con un dotto di Botallo piccolo e pervio, generalmente, non hanno sintomi, diversamente dai nati pretermine. Più il dotto è piccolo e meno evidenti saranno i sintomi.
E se il dotto di Botallo fosse stato meno sottile? Quali sarebbero stati i sintomi?
Se facciamo riferimento ai bambini nati pretermine, che presentano il dotto di Botallo ancora aperto, la sintomatologia potrebbe essere causata da un eccesso di liquidi nei polmoni o da un minor afflusso di sangue ossigenato agli organi periferici che andranno incontro a ipossia (dai un’occhiata qui https://dottoressaciccarone.it/apnee-nel-sonno-e-implicazioni-cardiovascolari/).
In caso di iperafflusso polmonare, i sintomi potrebbero essere:
- una scarsa alimentazione
- uno scarso accrescimento
- difficoltà respiratoria
- accelerazione del battito cardiaco
- accelerazione della frequenza respiratoria
In caso d’ipoafflusso sistemico, i sintomi possono essere causati dalla sofferenza degli organi periferici che ricevono meno sangue ossigenato.
Cosa fa il medico?
Il medico ausculterà il cuore, rilevando un soffio continuo, polsi periferici pieni con un’ampia pressione differenziale (differenza tra la pressione sistolica e quella diastolica); altre volte rileverà un’epatomegalia, cioè un ingrossamento del fegato. Il medico potrebbe, anche, procedere con un’ecografia, arrivando alla diagnosi. L’ECG, di solito, è normale; però, nelle fasi più avanzate potrebbe rilevare un’ipertrofia ventricolare sinistra con una prominenza dell’atrio sinistro, del ventricolo sinistro e dell’aorta ascendente.
Il dotto di Botallo in determinate circostanze
Se ci troviamo di fronte a patologie specifiche, come per esempio cardiopatie congenite, il dotto arterioso di Botallo potrebbe rappresentare un salva-vita. Mi spiego meglio con un esempio: nella coartazione aortica, caratterizzata da restringimento grave dell’aorta discendente, il sangue ossigenato non riesce a raggiungere gli organi periferici inferiori; in questo caso, il dotto di Botallo pervio permette al sangue misto di raggiungere ugualmente la circolazione sistemica, ossigenando i tessuti periferici.
Conclusioni
Cosa fare se il dotto di Botallo persiste in un neonato in assenza di una cardiopatia congenita? Di sicuro, il primo passo da fare è affidarsi a mani esperte. Un team di neonatologi, cardiologi e cardiochirurghi andrebbe più che bene. Si discuterà sui sintomi. Verranno presi in esami i dati ecocardiografici. Verrà valutato se chiudere o meno il dotto. Approccio medico o chirurgico? Entrambi i casi possono avere conseguenze negative. Se la sintomatologia è lieve, si preferisce approcciarsi alla chiusura del dotto in modo non chirurgico. Se i sintomi sono evidenti, si ricorre a una terapia chirurgica che prevede la legatura del dotto. Novità sulla bambina? Per fortuna, sta bene! Ultima cosa: mettete un like alla mia pagina facebook cliccando qui https://www.facebook.com/dottoressaciccarone.it Grazie. A presto.