Abbiamo già detto cosa sia uno scompenso cardiaco (vi suggerisco di cliccare qui nel caso in cui vi foste perso l’articolo). Oggi parleremo della relazione, che è stata da poco scoperta, tra carenza di ferro e mortalità per scompenso cardiaco.
Per l’ennesima volta, protagonista di questa nuova “trovata” è il Centro Cardiologico Monzino. Stiamo parlando di un “deficit funzionale” di ferro che funge da nuovo fattore prognostico per lo scompenso cardiaco; l’intenzione è quella di prevedere l’evoluzione della malattia e permettere di curarla meglio.
Anche in questo caso, è stato condotto uno studio che ha reclutato 800 pazienti ricoverati al Centro Cardiologico Monzino. Diagnosi: ricoverati per scompenso cardiaco e seguiti per 5 anni. Obiettivo: valutare la relazione fra deficit di ferro e mortalità. I dati confermano che
Ecco il motivo per cui è molto importante diagnosticare e trattare la malattia in tempo per ridurne il rischio di mortalità.
Se consideriamo il deficit di ferro esclusivamente secondo i criteri delle Linee Guida Internazionali, non sempre è possibile identificare, tra tutti i pazienti con scompenso cardiaco, quelli a rischio più elevato. Questo è ciò che dice il Professor Piergiuseppe Agostoni, coordinatore dello studio, Direttore del Dipartimento Cardiologia Critica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino e Professore ordinario di malattie cardiovascolari all’Università di Milano.
Sono stati identificati quei parametri grazie ai quali è possibile individuare un sottogruppo di pazienti a più alto rischio. Si tratta di pazienti con un deficit funzionale di ferro, cioè pazienti che presentano
In queste persone, la quantità di ferro non è sufficiente per lo svolgimento delle funzioni cellulari; per fare in modo che la quantità di ferro non influisca negativamente sulla gravità della malattia, occorre che ve ne sia abbastanza. Il ferro dovrebbe essere
Un altro aspetto, molto importante, da tenere in considerazione è lo stato infiammatorio cronico visto come causa del deficit funzionale. Questa osservazione cambia il modo di vedere lo scompenso cardiaco, che può manifestarsi anche come una malattia infiammatoria. Al Monzino, continua il Professore, a tutti i pazienti è misurato l’assetto del ferro. In presenza di deficit funzionale di ferro, esistono già dei farmaci mirati, come il Ferrocarbossimaltosio, somministrabili per via endovenosa.
È noto che anemia e deficit di ferro sono fattori di rischio per ospedalizzazione e mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco. Una raccomandazione a tutti i centri specializzati: eseguire gli esami del sangue necessari ad individuare un’eventuale carenza del ferro. Una diagnosi appropriata può salvare la vita. Questo è tutto gente. Grazie per l’attenzione. Alla prossima. Ah, ultima cosa, mettete un like alla mia pagina facebook cliccando qui https://www.facebook.com/dottoressaciccarone.it Grazie. A presto.
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