Questa estate sono andata in vacanza a Courmayeur, in montagna. Mi è capitato, per caso, di assistere alla telefonata di una mamma che chiedeva al pediatra se poteva o meno portare i bambini sul Monte Bianco. Il medico le ha risposto negativamente. Perché? Scopriamolo insieme.
Viaggiare, per noi adulti, è sinonimo di divertimento e “spensieratezza”; però, quando ci sono bambini, soprattutto di età inferiore a 3 anni, iniziano a fioccare le prime preoccupazioni. Un genitore deve mettere in conto ogni cosa. I bambini sono sensibili al freddo più degli adulti. Il 30% del calore viene disperso dal capo. Cambiare ambiente per un bambino provoca variazioni a livello fisico. L’organismo di un bimbo si deve ancora sviluppare del tutto. Non possiamo lasciarlo allo sbaraglio, come faremmo con noi stessi. A maggior ragione se ci troviamo in montagna e in alta quota. Il benessere del bambino prima di tutto!
In montagna, più si sale e più si riduce la pressione atmosferica. Che significa? Riduzione della pressione dell’ossigeno. Più saliamo e meno ossigeno abbiamo. Per esempio, a
Se ci troviamo in montagna dobbiamo saper distinguere l’altezza in cui ci troviamo; quindi, per
Più sali, come detto in precedenza, e più si riduce la quantità di ossigeno. Quindi, saranno le quote più alte della montagna a causare malesseri, sia se si tratta di un adulto, sia se si tratta di un bambino. Avete mai sentito parlare di AMS? Il male acuto di montagna. Questa è la patologia legata all’altitudine.
Il male acuto di montagna può essere:
Moderato e grave sono i casi più pericolosi, perché c’è il rischio di edema cerebrale o edema polmonare. Se si superano i 2500 metri, il rischio interessa sia adulti che bambini; attenzione, perché i più piccoli non hanno ancora ben sviluppato l’apparato respiratorio, quindi possono rispondere diversamente dagli adulti, all’alta quota della montagna.
I bambini non sanno dire ancora di preciso la causa del malessere e i genitori, o chi per loro, potrebbero facilmente pensare a un’influenza, perché i sintomi, che compaiono dalle 4 alle 12 ore dopo essere arrivati in alta quota, vanno dalla nausea al mal di testa. Facciamo alcune considerazioni:
Alcuni cardiologi sconsigliano la montagna per tutelare quei pazienti con determinate patologie. Possono esserci riacutizzazioni di problemi già esistenti: per esempio, le cardiopatie ischemiche sono a rischio peggioramento in una condizione dove il cuore vede mancare la sua razione di ossigeno. Altri cardiologi, invece, sono più fiduciosi, perché, le nuove conoscenze tecnologiche e strumentali hanno permesso di stabilire il livello di rischio e hanno potuto così diminuirlo. Non bisogna, però, fare di tutt’erba un fascio. Ogni caso, cardiopatia o meno, è diverso e deve essere considerato nella sua singolarità. È sconsigliato fare sport, anche una passeggiata a passo svelto. L’alta montagna e le attività in quota possono essere pericolose per i cardiopatici: chi soffre di ipertensione, per esempio, deve essere sempre prudente.
Concludo dicendo che, la montagna è bella, ma può essere pericolosa; vi scrivo alcuni consigli che potrebbero tornarvi utili nel caso vi venga voglia di farvi una gita in montagna:
Ultima cosa: mettete un like alla mia pagina facebook cliccando qui https://www.facebook.com/dottoressaciccarone.it Grazie. A presto.
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