Preeclampsia. Sembra uno scioglilingua, ma non lo è. Sapete di cosa si tratta? Qualcuna di voi ne è stata colpita? Vediamo un po’ di cosa si tratta l’argomento che affronteremo oggi.
La preeclampsia, o meglio conosciuta come gestosi, non è da sottovalutare. È una patologia che colpisce circa il 3% o il 5% delle donne in attesa. Bisogna fare molta ma molta attenzione perché è molto seria come complicanza durante la gravidanza. La preeclampsia è caratterizzata dall’innalzamento della pressione sanguigna (ipertensione arteriosa), spesso associata a un innalzamento della quantità di proteine nelle urine (proteinuria elevata).
Fondamentale per la salute della mamma e del bambino è diagnosticare la preeclampsia in tempo. Mi raccomando, non dimenticatevi di controllare la pressione arteriosa. Occhio anche a fare regolari controlli delle urine, tenendo sotto controllo le proteine.
La preeclamsia, compare, di solito, dopo le 20 settimane; quindi, parliamo di dopo il quinto mese di gestazione, più o meno. Ci sono ospedali, come il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (MI), che hanno attivato percorsi di sorveglianza multidisciplinare dedicati all’ipertensione in gravidanza che monitorano, in maniera costante, i casi a rischio.
La preeclampsia, molte volte, è asintomatica. La donna colpita, infatti, non mostra segnali specifici. Quali potrebbero essere, allora, i sintomi? Due possono essere i segnali d’allarme per sospettare una preeclampsia in gravidanza in corso:
Le conseguenze principali scaturite da tale danno sono:
In quest’ultima situazione, il bambino entra in sofferenza.
La preeclampsia, purtroppo, però, è una delle cause principali di mortalità materna, in gravidanza e durante il parto. Ovunque: sia in quei Paesi considerati ancora in via di sviluppo e sia in quelli più sviluppati.
I rischi per il feto che possono essere conseguenti a episodi di preeclampsia sono:
Quando si parla di preeclampsia, l’unica soluzione possibile per il feto è il parto; purtroppo, però, se la preeclampsia dovesse insorgere molto presto, cioè durante i primi due trimestri più o meno, il rischio di mortalità perinatale è molto elevato, perché il bambino non ha ancora sviluppato il suo apparato respiratorio e, quindi, è ancora immaturo.
Ecco qui come un argomento ha toccato sia cardiologia che ginecologia. Il medico lavora meglio se è in team. Se avete voglia di chiedermi qualcosa o se avete avuto esperienze del genere, io sono qua per tutte/i voi. Grazie per l’attenzione. Ah. Un’ultima cosa: mettete un like alla mia pagina facebook cliccando qui https://www.facebook.com/dottoressaciccarone.it Grazie. A presto.
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